Durante la prima riunione tecnica del mese, che si è tenuta mercoledì 7 febbraio 2024 presso i locali sezionali, abbiamo avuto il piacere e l’onore di avere come ospite Antonio Giua, arbitro della Sezione di Olbia in forza alla CAN.
Dopo aver ripercorso la sua carriera, che lo ha portato dai giovanissimi fascia B fino ad essere il primo arbitro sardo ad esordire in Serie A (esordio avvenuto il 24 febbraio 2018 in Bologna-Genoa), Antonio ha dato inizio alla propria riunione portando all’attenzione dei presenti in sala sui fattori che sono intervenuti nella sua formazione, sia per una crescita sportiva che per quella privata, che lo hanno portato fino a questo livello.
Uno su tutti, il fattore umano – le persone che ha avuto al proprio fianco e che lo hanno accompagnato in questo percorso di vita. Oltre alla famiglia, cardine essenziale di tutti i giorni, Antonio ha voluto rimarcare l’importanza delle persone che, all’interno dell’Associazione nelle varie commissioni nazionali e non, lo hanno aiutato e formato nella sua attività arbitrale. A partire da Stefano Braschi, suo responsabile quando era nell’organico del Comitato Regionale Toscana, per passare poi alle Commissioni Nazionali con Carlo Pacifici, Tarcisio Serena, Stefano Farina, Roberto Rosetti, Danilo Giannoccaro, Emilio Morganti, Nicola Rizzoli ed ultimo, ma non per importanza, Gianluca Rocchi.
Ognuno di loro, gli ha trasmesso quel qualcosa in più che gli ha permesso di arrivare a giocarsi le proprie carte, dapprima a livello regionale, poi interregionale fino ad arrivare ai massimi livelli nazionali.
Proseguendo con la riunione, Antonio ha interagito con gli associati presenti in sala ponendo a tutti il quesito che gli è stato posto durante il suo primo raduno in CAN PRO dall’Organo Tecnico dell’epoca, avvenuto nell’agosto del 2013: “In una scala progressiva fino a 100, a che punto pensi di essere arrivato della tua conoscenza e carriera arbitrale?”
Raccolte le risposte dei numerosi presenti in aula, ognuno in base alla propria esperienza nell’Associazione, Antonio ci ha riportato quale è stata la risposta data dall’Organo Tecnico dell’epoca: “Voi siete a ZERO”.
Zero perché non bisogna adagiarsi su quanto fatto fino a quel momento ma bisogna sempre essere pronti a ripartire per accrescere ancora di più le proprie conoscenze. Ognuno con i propri tempi ma tutti riusciranno ad effettuare il rispettivo percorso fino ad arrivare alla propria Serie A.
Zero perché non bisogna adagiarsi su quanto fatto fino a quel momento ma bisogna sempre essere pronti a ripartire per accrescere ancora di più le proprie conoscenze. Ognuno con i propri tempi ma tutti riusciranno ad effettuare il rispettivo percorso fino ad arrivare alla propria Serie A.
Pe raggiungere la propria Serie A, bisogna fissarsi un obiettivo, applicare un metodo ben preciso che potrà aiutare la realizzazione dello scopo che ci si è prefissato ad inizio carriera. L’obiettivo deve essere specifico, stimolante, raggiungibile con tempi e modi corretti e non volere tutto subito, sfruttare il tempo necessario per arrivare al fine prestabilito.
Nel metodo utilizzato, naturalmente ci sono aspetti associativi altrettanto fondamentali che potranno aiutare la realizzazione del “sogno Serie A”. Allenamento, per mettersi nelle condizioni fisiche opportune; Frequentazione della sezione, per un confronto con i colleghi nelle rispettive esperienze; Conoscenza del regolamento, per accrescere la propria conoscenza delle regole e come applicarle al meglio.
Bisogna essere metodici, avere fame, studiare ogni singolo dettaglio, non arrivare impreparati. Conoscere i fattori esterni ed interni della gara che andremo ad affrontare. Parlare con i colleghi che hanno fatto quelle squadre precedentemente, ecco l’importanza di frequentare la sezione.
Antonio ci ricorda che l’arbitro bravo non è quello che fischia poco, ma è quello che fischia il giusto. Non siamo noi a decidere quando fischiare ma sono le squadre. E qui ci illustra la metafora della porta: Aprire, guardare, decidere, chiudere e andare avanti. Non bisogna mai pensare alle decisioni precedenti, non gasarsi su un rigore preso e non deprimersi per un mancato giallo. Ma focalizzarsi sul qui e ora.
Antonio ha chiuso la riunione ricordando la frase che disse il nostro Antonio Pairetto: “Siamo ancora una piccola sezione ma ancora con grandi obiettivi da raggiungere”. Ricordandoci che non arrivare ad un obiettivo non è un fallimento.